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Sei Personggi In Cerca Di Un Auttore

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Por:   •  5/1/2013  •  1.365 Palavras (6 Páginas)  •  1.216 Visualizações

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QUANDO LA REALTÀ E LA FINZIONE SI MESCHIANO

“Finzione? Realtà! realtà! È morto!”

(tratto da “Sei personaggi in cerca d’autore”)

Pirandello, teatrologo e scrittore siciliano del primo Novecento, uno dei più noti decadentisti, scrive com un linguaggio semplice e la sua poetica ha quatro punti fermi secondo Caretti e Luti: il primo punto è il contrasto fra illusione e realtà; il secondo, il sentimento del contrario; il terzo, il sentimento della casualità, imprevidibilità, relatività delle vicende umane; e il quarto il suo atteggiamento antiretorico.

“Sei personaggi in cerca d’autore”, commedia scritta, pubblicata e messa in scena nel 1921. “Quasi tutto il teatro di Pirandello, anche in alcuni dei suoi impianti più moderni, ha, come è noto, il suo punto di partenza nelle novelle” (Caretti e Luti, p.134). Per scrivere i “Sei personaggi in cerca d’autore, Pirandello ha preso spunto dalla novella “La tragedia di un personaggio”. Forse il punto più forte dei “Sei personaggi” sia il primo – il contrasto fra illusione e realtà – che, secondo Caretti e Luti, “l’illusione si rivela come un inganno o comunque um ideale irrealizzabile, e la realtà meschina e avvilente del tutto inadeguata a quelle speranze.” (Caretti e Luti, p. 131)

Questa illusione si presenta nei “Sei personaggi in cerca d’autore” come un inganno. Ci sono almeno due livelli di realtà in questa commedia di Pirandello: il livello della compagnia che prova una commedia dello stesso Pirandello (“Il giuoco delle parti) e il livello dei sei personaggi che sono stati rifiutati dal loro scrittori e perciò cercano qualcuno per scrive la loro storia. Nella fine della vicenda non si sa più se quello era accaduto davvero o se era solo finzione. I sei personaggi vanno sul palcoscenico mentre la compagnia prova la commedia di Pirandello. Loro vogliono che qualcuno scriva la loro storia che loro rappresenteranno sul palconscenico. Per questo ciascuno dei personaggi – tranne il giovinetto e la bambina che non parlano – raccontano la storia al capocomico. La madre si innamora del segretario, dando alla luce la figliastra, il giovinetto e la bambina. Quando lui muore, la madre cerca lavoro e lo trova presso la casa di appuntamenti di Madama Pace. Questa fa la figliastra diventare una prostituta. E il padre, lasciato dalla madre va nella casa di appuntamenti e è scoperto dalla madre che senza saperlo stava in compagnia della figliastra. Il capocomico si interessa alla storia e decide di scriverla, però i personaggi non vogliono essere rappresentati dagli attori della compagnia perché loro non possono immaginare quegli attori rappresentando loro. Così i personaggi continuano a rappresentare la loro storia. La storia finisce quando il figlio decide di andare via ma la madre lo trattene. Lui non vuole rappresentare la sua parte, ma quando vede “la fligliastra rimasta curva presso la vasca a nascondere la bambina, risponderà come un'eco dal fondo, singhiozzando perdutamente (tratto da “Sei personaggi in cerca d’autore”)”. Così il figlio si spara e gli attori non sanno se quello era vero o finzione. La morte del figlio sarebbe la distruzione del personaggio, come si può vedere nel testo di Caretti e Luti: “Tutta la poetica pirandelliana tende a distruggere il personaggio, a sconvolgere la materia narrativa, a puntare sul casualle, sull’eccezionalle, sul patologico, su tutto ciò che esce dalla norma e sembra strano, e pure getta um fascio di luce sulla vera essenza della nostra vita.” (Caretti e Luit, p.132).

Nel brano in cui il figlio si spara si può vedere la crisi della conscienza contemporanea, un altro tema che si trova in Pirandello. Al vedere la figliastra rimasta curva presso la vasca a nascondere la bambina, si ricorda di qualcosa che è successo, forse proprio quello che non voleva raccontare al capocomico. Questa crisi della conscienza è interna al personaggio.

Caretti e Luti dicono che, nel peirodo che va dal 1917 al 1922, la scena non si identifica più con il luogo dell’azione e non accoglie più personaggi che agiscono, ma persone che hanno agito. Si può dire che questo sia così perché i personaggi pensano che solamente loro possono rappresentare la loro storia, loro non si vedono come quegli attori che gli rappresenteranno.

Citazioni:

- illusione e realtà:

• “Finzione? Realtà! realtà! È morto!”

• “Ma io non capisco più dove siamo, né di che si tratti!”

• Ma scusino! Perché vogliono guastare, in nome d'una verità volgare, di fatto, questo prodigio di una realtà che nasce, evocata, attratta, formata dalla stessa scena, e che ha più diritto di viver qui, che loro; perché assai più vera di loro? Quale attrice fra loro rifarà poi Madama Pace? Ebbene: Madama Pace è quella! Mi concederanno che l'attrice che la rifarà, sarà meno vera di quella - che è lei in persona! Guardino: mia figlia l'ha riconosciuta e le si è subito accostata! Stiano a vedere, stiano a vedere la scena!

• Il padre

Non dico di no. E intendo, infatti, il giuoco della loro arte, che deve dare appunto - come dice il signore - una perfetta illusione di realtà.

• Il Figlio resterà proteso verso la scaletta, ma, come legato da un potere occulto, non potrà scenderne gli

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